Eduardo Galeano: Splendori e miserie del calcio

By | January 21, 2018

Quello di Eduardo Galeano, Splendori e miserie del calcio, è forse il libro più famoso mai scritto sul calcio. Il libro è composto di 150 brevi brani, alcuni su temi generici (“Il gol”), altri assai più circoscritti (“Gol di Atilio”). Nell’insieme, il risultato è un ampio affresco della storia del calcio rivisitata, come l’autore chiarisce nella sua “Confessione”, attraverso gli occhi dello stesso Galeano.

Il giornalista sportivo Andi Thomas ha scritto un’ottima riflessione sull’importanza di Splendori e miserie del calcio in questo articolo.

Nel corso della vostra lettura di Galeano, vi verrà voglia di cercare i video di alcuni gol descritti nel libro. Potete anche consultare questi vecchi post che includono alcuni dei gol raccontati in Splendori e miserie del calcio.

Per giovedì prossimo, selezionate nel libro un brano che vi sembra particolarmente interessante e analizzatene lo stile e la struttura nella sezione commenti, qui sotto. Che cosa rende il brano che avete scelto particolarmente significativo, toccante, o divertente? Potete trovare altre informazioni sull’episodio o sul giocatore di cui parla? In che modo il brano vi ha fatto pensare in modo diverso al calcio, o ve ne ha fatto scoprire un aspetto nuovo?

Postate la vostra risposta entro le 17:00 di mercoledì 24 gennaio.

2 thoughts on “Eduardo Galeano: Splendori e miserie del calcio

  1. Mia Borger

    Ho scelto un brano brevo per mio risposto. Mio selezione sono “Morte sul Campo”. Questo brano descrive un giocatore che, dopo credendo in una malasorte, Abdón Porte si uccise, nel centro del campo. Mentre è molto triste leggere di un giocatore chi ha avuto tutto e cadde dalla grazia, è bella pensare che se si pensa non è abbastanza buono per il gioco, quindi non è abbastanza buono per vita. Il gioco è vita. Questa mentalità, mentre mortale in questo caso, è indubbiamente bello. Avere un tale dedicazione e riverenza per il gioco si fa sacro in un modo, che si preferirebbe morire piuttosto che si offusca la bellezza del gioco. Questo, secondo me, è bello.

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  2. Julia Weber

    Io ho scelto la sezione sul l’idolo perché, anche prima di vedere il compito, ho trovato questo brano molto interessante non solo a causa della descrizione della palla, però anche come Galeano finisce la sezione con la rovina inevitabile dell’idolo. Mi ha piaciuto particolarmente come Galeano caratterizza la palla: come lui dice che la palla lo cerca l’idolo e lo ha bisogno. Non ho mai pensato di questo; ovviamente la palla non è una persona però mi sembra che sia vero nel senso che la palla è attratta dall’idolo. La personificazione della palla in questo paragrafo dimostra come tutti conoscono il potere dell’idolo di fare qualcosa perfetta con la palla. L’idolo attrae la palla perché gli altri giocatori riconoscono cosa lui può fare con la palla, e l’illusione che lui crea quando ha la palla. Come l’ha detto Galeano, quando l’idolo tocca la palla, sembra che la squadra abbia dodici giocatori.
    Per quello sono triste di essere d’accordo con la fine di questo brano, in cui Galeano sottolinea la fine della carriera dell’idolo. All’inizio non ero d’accordo con l’idea che l’idolo e solo per un attimo l’idolo, perché ci sono tanti eroi ricordati dell’calcio. Però ho ricordato una volta stavo guardando una partita in cui giocava Andrea Pirlo, e lui stava giocando così male e non capivo perché, questo eroe della Coppa Mondiale di 2006 potrebbe cadere così lontano. È vero che si può dimenticare la gloria di questo giocatore quando non sta giocare bene. Quando si invecchia, i tifosi non si ricordano che si ha fatto, tuttavia si fa adesso, in questa partita. Se non si gioca come l’idolo più, non si è un idolo.
    Come implica Galeano, l’idolo ha un posto molto importante nel gioco di calcio, pero nessuno rimane un idolo.

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